
Ansia di farsi leggere?
Alla fine l’abbiamo fatto: abbiamo postato le nostre poesie.
Abbiamo deciso di firmarle con i nostri veri nomi per non lasciarvi alcun dubbio sulla “maternità” dei versi.
La paura di farci leggere ha lasciato il posto alla voglia di condividere e di far circolare i nostri pensieri. Il rischio di fallire resta, il timore di un plagio anche, ma ci siamo convinte pensando ad Hikmet.
Il poeta turco Hikmet, rinchiuso in carcere, regalava le sue poesie inedite a chiunque andasse a trovarlo.
Insomma, se l’ha fatto lui, scrittore divino, per quale motivo non farlo noi?
A volte la gelosia verso ciò che si è scritto riflette solo mancanza d’umiltà, e a noi l’umiltà serve, serve eccome. Serve per migliorare, per trovare ispirazione, per imparare cose nuove. Per questo ci occorre anche che voi leggiate e commentiate e ci facciate sentire la vostra presenza, la vostra fiducia, le vostre critiche, perché no.
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Ci vuole coraggio per pubblicarle! Io ne ho scritte per anni, tenendole per me. Poi, un giorno, ho cominciato a farle leggere. Sarà che le poesie sono viscerali, aprono una finestra sul nostro cuore…
Ciao Elisa e grazie del tuo commento prezioso!
Il fatto è che spesso scriviamo perché qualcuno legga, quando lo scopo della scrittura lirica è la scrittura in sé, è un bisogno dell’Io e nulla più. Inoltre si ha paura del giudizio e delle critiche quando in realtà si tratta di un campo soggettivo che rende difficile ogni tentativo di giudizio o critica, perciò… Tanto vale scrivere e vedere che succede!